lunedì 16 settembre 2013
Una personalità importante: lo scrittore polesana Claudio Modena
Doveva essere un viaggio improntato sul riposo, lontano dalla confusione di Roma. Invece il mese trascorso in Brasile di Claudio Modena, scrittore polesano che vive a Roma, si e` rapidamente trasformato in una vacanza istituzionale. Il governatore dello Stato di San Paolo lo ha voluto ospite a cena nel palazzo del governo, al quale hanno partecipato 400 imprenditori. Ha incontrato parlamentari del governo federale e i rappresentanti degli italiani all´estero, non sono mancati i contatti e gli inviti da parte del mondo ecclesiatico e della cultura. Ha visitato il collegio dei Gesuiti dove e´ conservato il ritratto di padre Antonio Vieira che sara` riprodotto nella copertina del suo prossimo libro dedicato al gesuita portoghese e sara` dedicato a Papa Francesco e a Suor Diniela Zaninello di Porto Tolle, morta in missione nel Brasile. E´ stato ospite della vasta comunita´ italiana brasiliana e nel corso di una cena di gala ha consegnato alla signora Bruna Saccardi Spinelli, presidente della Federazione delle Associazioni venete dello Stato di San Paolo, una pergamena di benedizione di Papa Francesco. Suggestivo anche l´incontro con i polesani residente in Brasile. A conclusione del viaggio in Brasile, ha tenuto all´Universita´ degli studi di San Paolo una lectio magistralis dal titolo: la globalizzazione del mercato dell´arte e della cultura.
BARBARA BRAGHIN
mercoledì 19 giugno 2013
Cin Cin di Benvenuta Estate per l'Associazione dei Veneti a Roma
Barbara Braghin
www.barbarabraghin.com
barbarabraghin@live.it
martedì 19 giugno 2012
Presentato al Giardino del Tempio il libro “Ciceruacchio” di Claudio Modena
E’ stato presentato lunedì 18 giugno al Giardino del Tempio, nella Sinagoga di Roma,
il libro dell’autore polesano, di Porto Tolle, Claudio Modena, intitolato “Ciceruacchio”, eroe del popolo romano, difensore degli ebrei. A 130 anni dalla morte di Giuseppe Garibaldi e 150 dalla Battaglia di Aspromonte, la Comunità Ebraica di Roma e l’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi”, hanno voluto festeggiare questo evento. Un pubblico numerosissimo nel meraviglioso giardino a Lungotevere De’ Cenci, ha accolto e ascoltato attentamente i discorsi dei relatori, ricchi di contenuti, di accenni storici e di cultura. Ad introdurre la serata, la moderatrice Lilli Spizzichino, vicepresidente dell’Amicizia ebraico-cristiana di Roma, la quale, in modo molto brillante, ha invitato proprio il Presidente della Comunità Ebraica, Riccardo Pacifici, a iniziare le serata, il quale ha detto di essere felice e orgoglioso di ospitare questo grande evento. Successivamente, ha fatto il suo intervento uno dei piu’ importanti giornalisti e saggisti italiani, è stato direttore della Stampa, del Corriere della Sera, della Rai. Ha avuto numerosissimi incarichi di alto prestigio e oggi è direttore di RCS Libri, si tratta di Paolo Mieli, che, ha espresso la sua opinione positiva sul libro, ricco di storia e di elevata cultura. Poi, sono intervenuti Romano Ugolini, Presidente dell’Istituto del Risorgimento Italiano e professore ordinario di storia contemporanea; Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma e Giuseppe Garibaldi, pronipote del grande patriota e condottiero italiano. Tra un’intervento e l’altro, l’attore modenese, Daniele Sirotti, ha valorizzato delle frasi, riprese proprio dal libro “Ciceruacchio”, attraverso una lettura attenta e creando un clima suggestivo e ricco di magia. Una signora del pubblico, ha detto di sentirsi orgogliosa, che per la prima volta un veneto, abbia avuto un grande successo e un bel riconoscimento di affetto da parte di tutti. Il libro, parla di un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome Ciceruacchio, datogli da bambino, dalla madre perché era piuttosto paffutello. Grazie alla sua innata capacità dialettica, divenne presto un rappresentante informale dei sentimenti popolari. Nel luglio del 1846, in una manifestazione di popolo, ringraziò pubblicamente Papa Pio IX per aver concesso la libertà ai prigionieri politici, donando alla popolazione alcune botticelle di vino ed accendendo un grande fuoco vicino Porta del Popolo. Di carattere brillante e molto socievole, era beneamato dal popolo romano, anche per il suo comportamento durante l'epidemia di colera del 1837. Grazie alla sua innata capacità dialettica che non poté mai coltivare con l'istruzione (parlava solo ed unicamente in romanesco), divenne presto un rappresentante informale dei sentimenti popolari. Questa sua caratteristica emerse appieno con l'avvento al soglio pontificio di Papa Pio IX nel 1846. Egli si fece portavoce dell'ansia popolare per il ritardo delle tanto attese e promesse riforme annunciate dal nuovo pontefice. Nel luglio del 1846, in una manifestazione di popolo, ringraziò pubblicamente il Papa per aver concesso la libertà ai prigionieri politici, donando alla popolazione alcune botticelle di vino ed accendendo un grande fuoco vicino Porta del Popolo. Nella primavera e durante l'estate del 1847, Brunetti fu il diretto organizzatore di manifestazioni popolari al fine di incitare il Papa a continuare nel suo piano di riforme politiche all'interno dello Stato Pontificio. Morì fucilato a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, a mezzanotte del 10 agosto 1849. Alla fine della cerimonia, Roberto Bruni, presidente dell’Associazione Culturale “Gli amici del Righetto”, ha consegnato alla scrittore Claudio Modena, il Premio Righetto, in ricordo di tutti i bambini morti per la Repubblica Romana.
BARBARA BRAGHIN
sabato 2 giugno 2012
CELEBRAZIONE 25 ANNI VENETI NEL LAZIO
Sabato 19 maggio, presso il Teatro Comunale G. D’Annunzio, c’è stata la manifestazione di Celebrazione del 25° anno di fondazione dell’Associazione Veneti nel Lazio “Gruppo dell’Agro Pontino” .
Il Presidente dell’Associazione, Alberto Panzarini, ha ricevuto con molto piacere, il Sindaco di Rovigo Dott. Bruno Piva e l’Assessore Ezio Conchi, il Presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Michela Virgili e l’Assessore Laura Negri e per la Regione Veneto l’Assessore all’identità Veneta Dott. Daniele Stival, ed una delegazione dell’Associazione dei Veneti in Roma guidata dal Presidente Dott. Claudio Modena, oltre alle autorità pontine, Gianluca Di Cocco, Assessore al Turismo del Comune di Latina; Fabio Bianchi, Assessore alla Cultura della Provincia di Latina; Italo Di Cocco componente Giunta Camerale CCIAA di Latina; anche
Nell’occasione sono stati ricordati alcuni soci fondatori che sono nel contempo scomparsi , come il maestro Antonio Bedendo da Lendinara (Ro), l’Avv. Giuseppe Veronese, Andolfo Pubblio e Giuseppe Biondo conosciuto per sua attività professionale ed associativa che molto ha fatto per la nascita dell’Associazione. Giusto anche rendere il giusto omaggio agli attuali componenti del Consiglio Direttivo : Andreatta Ambrogio, Alpestri Mauro, Baretta Tonino, Bencich Luciano, Cappuccini Geremia, Dal Din Angelo, De Coppi Lorenzo Dal Col Corrado, Forzan Romeo, Gasbarrone Virgilio, Grisanti Giancarlo, Mogno Maurizio, Mion Adriano, Muraro Mario, Negri Angela, Panzarini Velino, Persi Carolina, Pittia Italo, Piva Massimo, Stefani Antonella, Santoro Caterina, Zonta Luigi, Zorzetto Giuseppe, Wiederhofer Luciano e Panzarini Alberto.
E’ stata consegnata ai relatori, la medaglia di celebrazione ideata dal Conte Luciano Matteo Wiederhofer e coniata per l’occasione, invece, il Presidente dei Veneti del Lazio, Alberto Panzarini, ha ricevuto il vessillo del veneto.
Al termine della cerimonia ufficiale c’era una degustazione di prodotti tipici veneti e quindi una commedia in dialetto veneto dal titolo “El Scontrin dea Fortuna” messa in scena dalla compagnia teatrale “Le Tradizioni” di Giavera del Montello (TV) .
Il connubio indissolubile tra Veneto ed Agro Pontino è frutto di quel capitolo di storia Italiana scritto da migliaia di cittadini che provenienti dalle province di Treviso, Verona, Padova, Rovigo, Vicenza, Venezia e Belluno, emigrarono dal 1927 al 1941 nelle paludi pontine, impegnati come operai nelle opere di bonifica e quali coloni e mezzadri nei poderi dell’Opera Nazionale Combattenti . Non si trattava certamente di una avventura agevole, li aspettava un lavoro duro, sacrifici immensi, la battaglia con la Malaria, e quando sembrava di aver raggiunto un primo traguardo, arrivò “La Guerra”, e solo dopo con rinnovato impegno e lavoro si giunse al riscatto dei poderi, dove ogni famiglia di coloni acquistò la propria terra e casa.
Lo stemma, dell’Associazione Veneti nel Lazio, è uno scudo diviso in due da una bara diagonale nero-azzurra (colori di Latina), con, da un lato la torre comunale che si erge dalla palude e la scritta “Olim palus – una volta palude”, e, dall’altro, il Leone di Venezia, in posizione rovesciata e con la coda bassa, come simbolo del “Veneto emigrante.
BARBARA BRAGHIN