sabato 15 giugno 2013

Straordinaria interpretazione di Eva Herzigova nel film "Cha Cha Cha"





La bellissima top model Eva Herzigova, che doveva essere la bionda di Hitchcock, una via di mezzo tra Grace Kelly e Kim Basinger ha detto il regista Marco Risi che ricorda l’incontro a Londra con la top model: “Ci siamo visti in un albergo vicino a dove lei abita. Abbiamo provato alcune scene, in particolare quella dove è distrutta dal dolore e lancia i fogli per aria. E lì, o confesso, mi sono innamorato pazzamente di lei”. Scherza anche Claudio Amendola, di ritorno al cinema dopo tanti successi televisivi: “Noi tutti, invece, lo eravamo già”. Nel film, Amendola, interpreta un poliziotto dal volto ambiguo, uno che non si capisce mai bene da che parte stia davvero: “Marco mi ha regalato questo personaggio doppio, un personaggio che si svela a poco a poco, con un finale davvero sorprendente. Posso dire solo di essere felice di far parte di un film così bello e sentito”. Il nudo integrale di Luca Argentero - Nel cast anche Pippo Del Bono, nel ruolo di un cattivo: “Ho attinto un po’ al lato oscuro che sta dentro ognuno di noi. Tutto qui. Di certo non sono tra quegli attori fissati con il metodo Strasberg, quelli che per interpretare un matto si chiudono te mesi in un reparto psichiatrico”. La scena di cui si parlerà di più coinvolge però Luca Argentero, vittima di un pestaggio particolarmente crudo e realistico nel quale si ritrova completamente nudo e indifeso in balia di tre uomini. 

Roma ai nostri giorni. Non è la Roma piaciona, sonnolenta e pigra. E’ la Roma cinica e grigia degli intrighi, gli affari sporchi, le intercettazioni. Le indagini di Corso (Luca Argentero) partono da un incidente stradale che coinvolge un ragazzo di sedici anni. Tutto lascia pensare che si tratti di un incidente ma Corso non ne è convinto. Lo stesso giorno viene ritrovato il cadavere di un ingegnere che avrebbe dovuto dare il via all’appalto per un mega centro commerciale nei pressi dell’aeroporto. I due fatti sembrano lontanissimi uno dall’altro. Ma non è così. Michelle (Eva Herzigova), la madre del ragazzo, è una donna bellissima, ex attrice, che vive nel nostro paese da diciotto anni e ha avuto una relazione con Corso molti anni prima. Ora è legata ad un uomo molto potente, l’ avvocato Argento (Pippo Delbono), uno di quelli che lavorano nell’ombra e che decidono le sorti del Paese. Michelle, Corso, l’Avvocato. Attorno a questi personaggi ne ruotano altri: l’intercettatore, il fotografo degli scandali e soprattutto l’Ispettore Torre (Claudio Amendola), ex collega di Corso che indaga ufficialmente sugli stessi casi…

Barbara Braghin

giovedì 30 maggio 2013

Barbara Braghin ha ricevuto il Net Parade Awards per il suo sito di qualità



Barbara Braghin, blogger inviata e cabarettista, ha ricevuto il Net Parade Awards, l'attestato per il suo sito di qualità.

Ecco il link del premio:
http://www.net-parade.it/attestato_riconoscimento.aspx?sito=www.barbarabraghin.com&t=9

Ecco il link del sito:
http://www.barbarabraghin.com/

Bene continua così...
La Redazione

giovedì 23 maggio 2013

“Massimiliano Finotti alias Max Finotti felicissimo dice: ho conosciuto FONZIE!”.





Massimiliano Finotti, di Porto Viro, Rovigo, p.r. nelle discoteche, meglio conosciuto come Max Finotti ha realizzato il sogno di conoscere il noto attore americano di Happy Days, Henry Winkler, il famosissimo Fonzie. E ci racconta a sua magica esperienza a Verona. “…ho conosciuto FONZIE!”. E' GIOVEDI, domani sara' il grande giorno, ma quel domani, mi sembra lontanissimo ed ogni minuto passa con la sostanza di un ora, e la febbre sale... ...ma è vero?......è la domanda che continuamente mi frulla nella testa, poi guardo nel cassetto, e prendo quella busta che da giorni tengo nascosta come fosse un diamante di mille carati, e la apro... Venerdi 17 Maggio 2013 alle ore 13 "sei invitato a pranzo con " HENRY WINKLER invito strettamente personale......SI è TUTTO VERO, si sta materializzando un sogno, sto per conoscere una leggenda, un attore, un persona che ha segnato un epoca, il mitico Artur Fonzarelli che della serie Happy days è stato il simbolo... Arriva sera, e per anticipare il tempo, punto la sveglia e mi metto a letto e cercando di dormire......IMPOSSIBILE, la tensione è troppa, domani sara' una giorno speciale, e come tutte le cose speciali si ha paura che qualcosa possa andare storto. ...non so come, ma sono riuscito ad addormentarmi!!! Apro gli occhi, oddio la sveglia??....perchè non ha suonato?....mi sono preso a letto, non è possibile...mi alzo di colpo, accendo la luce e corro giù dalle scale quasi volando ma fortunatamente mi accorgo di aver semplicemente anticipato il timer di mezz ora!! in 10 minuti sono pronto,chiamo il mio amico Emil e si parte, destinazione verona ristorante 12 apostoli, uno dei ristoranti piu' famosi d'italia, e penso, ma sta succedendo a me??..sospiro e fantastico pensando a cio' che succedera' tra un paio d 'ore, INCONTRERO' FONZIE!! Arriviamo a verona, trovo subito parcheggio vicino il centro, e frettolosamente con la camminata scolastica ci avviamo verso l'arena e mi accorgo quanto questa citta' sia splendida, ma oggi particolarmente magica.. chiedo alla prima persona che incontro, scusi, per raggiungere il ristorante 12 apostoli?? ..... facilissimo, è famosissimo.... e la persona gentilmente mi indica la strada come fosse un satellitare, e mentre le sue parole me le sentivo suonare ancora in testa , me lo trovo davanti...RISTORANTE 12 APOSTOLI... SI E' QUI, è questo....ci siamo, l'ultima fatica, sara' l attesa!!! Ormai mancano 20m all una e davanti al ristorante ormai ci siamo tutti, siamo in 25......2 di tornino 4 di firenze alcuni di milano e amici del posto, ma in quel momento si parlava un unica lingua il "FONZESE". Siamo invitati ad accomodarci e prendere posto a tavola, organizzata a ferro di cavallo capisco chiaramente dove si sarebbe seduto e mi prenoto il posto al suo fianco.. Mentre sono accorto a posizionare un oggetto come simbolo di "sedia occupata" sento un po di brusio vicino all' ingresso...è ARRIVATO!!! SI lo siamo, 25 inebetiti che guardano lui, Henry Winkler, il mito... INCREDIBILE MA COSA FA????....ad una ad una sta baciando e abbracciando tutte le persone del tavolo..... sorridente, disponibile si sta avvicinando tra poco tocca a me, gli stringero' la mano e lo abbraccero', non puo' essere, NON SVEGLIATEMI proprio ora.... ....apro gli occhi, chiusi dall' emozione, e ce l ho davanti......mi guarda, NICE TO MEET YOU... non mi esce neanche l inglese scolastico e l unica cosa che riesco a dire è FOTO FOTO FOTO, ce l ho, dentro il mio iphone ho la foto con la leggenda!! il suo sorriso, la sua 'gentilezza e benevolenza ci mette tutti a nostro agio, prende la sua macchina fotografica ci raggruppa e ci scatta una foto, ASSURDO... Nel frattempo prendiamo posizione a tavolo e siamo pronti per il brindisi,ma ancora una volta LA SORPRESA, il primo ad alzarsi è lui e con il calice in mano dice una cosa meravigliosa...OGGI NON HO VOLUTO FARE COLAZIONE PER POTER GUSTARE QUESTO PRANZO MAGICO IN VOSTRA COMPAGNIA, SIETE FANTASTICI E MI SENTO FELICE... Ho l adrenalina a mille, sento la positivita' entrarmi dentro, che persona fantastica...... Tra foto, baci, abbracci autografi e il suo sorriso perenne, il pranzo si conclude e il nostro mito deve andare, ha tantissimi impegni...IN italia per presentare il suo libro , domani sara' ospite d'onore presso il Cecchi Point in Via Cecchi 17 a Torino... Nel libro Hank Zipzer e le cascate del Niagara edito da Uovonero, racconta la storia di un giovane dislessico capace di affrontare il mondo superando le difficoltà. L’attenzione al problema della dislessia di Henry Winkler deriva dalla sua personale e difficile esperienza di ragazzo dislessico. ...oggi ho voluto raccontare la mia piccola grande esperienza, di una fantasia e speranza rincorsa per anni... A me è successo di realizzare quella lontana illusione, ma bisogna crederci.... spero possa accadere anche a voi di avere l' opportunità di realizzare un sogno, qualsiasi esso sia!!! PS: non finiro' mai di ringraziare Giuseppe e Stefano (happy days fanclub) che mi hanno dato l'opportunita di vivere questa meravigliosa giornata!

BARBARA BRAGHIN    

giovedì 25 aprile 2013

Un delizioso spettacolo con Alberto Farina intitolato “ STO ASPETTANDO CHE FACCIA EFFETTO...”




Con la sua inconfondibile aria da giovane scapestrato capitato lì per caso, Alberto Farina, ci racconta gli aneddoti più o meno verosimili della sua stravagante famiglia e della sua controversa vita di coppia. Dall'infanzia passata tra le ripetizioni di pongo in un malfamato quartiere di periferia dove i bambini rapiscono gli zingari, all'impiego presso un call center dal quale è stato licenziato perchè parlava troppo al telefono; il suo è il più lampante dei casi umani. Durante il viaggio nella follia umana e nel delirante mondo di Alberto, ma lungo il cammino, incontreremo anche Massaro e Barletta; due improbabili viaggiatori persi nel loro assurdo viaggio, e la famiglia Sticozzi e Gigione; strampalati coniugi alle prese con le problematiche di coppia all’italiana. Il tutto accompagnato dall’accattivante musica reggae live di Papaceccio e Alessandro D’Orazi e condito dalla sensualità della danza Tribal Fusion di Sciahina. Dalla comicità surreale e tagliente Alberto Farina, vincitore della XIX edizione di BravoGrazie , la Champions League della Comicità, è attualmente con grande successo nel cast della trasmissione "Colorado" su Italia 1. Con lui Massaro e Barletta da Zelig con la loro comicità spensierata tesa al superamento della realtà asfittica dei giorni nostri; e la strampalata Famiglia Sticozzi da Zelig Off, due coniugi alle prese con le problematiche della coppia all’italiana, intervistati da Gigione. La musica live è a cura di Alessandro D’Orazi e di Papaceccio; musicista e autore di colonne sonore di opere teatrali ed ex-membro del gruppo Puglia Tribe. E con la straordinaria partecipazione di Sciahina; danzatrice e coreografa, campionessa mondiale 2011 di Tribal Fusion Belly Dance.

LA REDAZIONE

Il Castello di Roncade scenario della straordinaria Mostra dell'artista Tobia Rava'




In occasione di Primavera in Castello 2013, dal 13 al 28 aprire ha luogo la mostra di Tobia Ravà Un Castello di numeri tra kabballah e matematica al Castello di Roncade (TV), della Baronessa Ilaria e del Barone Vincenzo Ciani Bassetti, con il patrocinio della Provincia di Treviso e del Comune di Roncade, Sua Eccellenza, Associazione Ville Venete, Wigwam Club Giardini Storici Venezia, Istituto Italiano dei Castelli, Studio LT2 Edizioni, PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea e Concerto d’Arte Contemporanea-Associazione Culturale. La mostra Un Castello di Numeri di Tobia Ravà crea attraverso le opere, realizzate con un lettere ebraiche e numeri, un dialogo suggestivo con l’ambiente e l’atmosfera elegante e al contempo famigliare che si respira al castello di Roncade, una delle più caratteristiche testimonianze della cultura rurale della società veneta, dimora da sempre chiamata il "Castello", in realtà una particolare villa veneta cinta da mura medievali. Sono esposte vele con soggetti architettonici mediterranei, lavori su alluminio specchiante con boschi, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti animali. Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al luogo espositivo: le prime al prospetto rinascimentale della villa, alle mura, alle sculture, alla cantina e alla bottaia, testimonianze della civiltà di villa, le seconde presentano fiumi e canali, in un rimando continuo tra le opere ed il paesaggio con la campagna veneta che si vede al di là delle mura, dove il rigore prospettico dei pioppeti dipinti fa pendant con la geometria dei vigneti. Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” di vedute di canali e boschi. Le sue opere sono costituite per lo più con un punto di vista centrale o laterale, apparentemente costruito sull'impianto prospettico rinascimentale, come nella serie dei boschetti, formati dai filari di pioppi ordinati con la stessa logica dei dipinti a soggetto architettonico, ma le lunghe prospettive invece di formare profondi coni visivi danno luogo ad una visone allargata, “ad imbuto” per effetto del grandangolo. Se gli artisti rinascimentali cercavano la bellezza ideale nelle geometrie attraverso i rapporti numerici per raggiungere equilibrio ed armonia, misura e ordine, Tobia Ravà sviluppa un percorso simbolico a rebus costruito su piani di lettura diversi attraverso la ghematrià, criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall’antichità nell’alfabeto ebraico, secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica. L’artista ricrea i luoghi del reale servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione ghematrica delle 22 lettere che compongono l’alfabeto ebraico, che hanno appunto un significato etico, spirituale e numerologico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale. Egli fa riferimento alla presenza di un invisibile legame tra le cose ed al pensiero sincronico della tradizione ebraica, secondo il quale quello che è successo in passato, attraverso la memoria, viene rivissuto dal singolo nel presente. Da qui l’importanza della storia e l’alto valore della memoria per l’avvenire. Questo intreccio affascinante tra presente, passato e futuro, tra natura e cultura, viene non solo intuito e riconosciuto dall’artista, ma anche visualizzato attraverso seducenti immagini fatte di forme, colori, lettere e numeri, che costituiscono quella foresta di simboli che si cela dietro il reale. L’approccio alle sue opere avviene per gradi: vi è un primo livello di lettura, semplice, letterale (Peshat), poi quello allusivo, deduttivo (Remez), quello induttivo, dell’esposizione (Darash), e infine quello esoterico e segreto (Sod). Le iniziali dei diversi livelli di lettura danno origine alla paola PaRDeS che secondo la tradizione significa frutteto, giardino, e in senso più ampio paradiso. Si possono assaporare le opere da lontano e godere dell’impressione di una visione d’insieme, per fermarsi all’impatto emotivo, oppure andare oltre e tuffarsi a capofitto nella decriptazione dell’ossessivo intrico di lettere e numeri. “L’ultima decodificazione” si sofferma sull’aspetto costruttivo dei numeri e della sequenza di Fibonacci, in una calcolata sintesi tra immagine e contenuto. Come afferma lo stesso artista, infatti non è necessario che il fruitore conosca tutti i passaggi costitutivi dell’opera, ma che l’opera colpisca, crei un’emozione. L’opera di Tobia Ravà si lega a quella dei surrealisti “nel mettere l’arte al servizio della mente e attribuirle un valore iniziatico” (Arturo Scvhwarz), ma anche agli aspetti della mistica ebraica, partendo dall’origine, quando secondo lo Zohar, “ein-sof”, l’infinito (ossia l’essenza del divino) contemplava l’alfabeto ebraico considerandolo il progetto della Creazione. L’artista deve fare il vuoto come nella teoria luriana dello Tzim Zum, per permettere alla futura opera di nascere. Le sue immagini di architetture, boschi e animali presi dalla realtà, attraverso un processo di sublimazione, assurgono quindi a luoghi simbolo dello spirito. Le opere più recenti riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah (“tradizione” e anche “ricezione”, indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al contempo antichissimo e moderno, per una nuova lettura in chiave etica dell’agire nel mondo contemporaneo.

BARBARA BRAGHIN

giovedì 18 aprile 2013

Nuovo Look per Nuova Scintilla


Il mondo del giornalismo è interpellato dall’ampliamento a dismisura degli strumenti di informazione e comunicazione. Carta stampata e web - tema del convegno FISC di questi giorni a Chioggia - non sono certo in contraddizione, anche se spesso sono in concorrenza, fino al punto che i giornali cartacei paventano il declino, sull’onda sempre più travolgente della rete. Ma le cose non sono così drammatiche, tanto che sorgono e si affermano anche nuove testate a stampa: cuò significa che – in particolare nel mondo dell’informazione – il successo o il gradimento, dipendono, più che dallo strumento in sé, da cosa si ha da dire e da come lo si dice o lo si vuol dire. Non mancano i critici del web, che ci ricordano come l’overdose di informazioni e contatti online in tempo reale non permette la sedimentazione e la riflessione, né talora agevola la partecipazione alla vita reale. La stessa enfatizzata democrazia del web rischia di tramutarsi in una conta di numeri più che rapporto e rispetto tra persone. E c’è chi teme che i mali arrecati finora dalla tv si moltiplichino con quelli provocati dal web. Ma, come in tutti i casi, il valore dello strumento si misura in base a chi lo usa e a come lo si usa. Per questo, forse, la responsabilità dei professionisti dell’informazione è ancor più grande: essi possono imprimere un orientamento positivo al web, mettendone a frutto tutte le migliori potenzialità e instaurando il miglior dialogo possibile con i co-protagonisti internauti. La sfida per gli operatori delle edizioni cartacee - compresi i nostri giornali - è dunque questa: fare ancor meglio informazione (e formazione) sulla carta, ma non trascurare di cimentarsi con i nuovi areopaghi delle edizioni online e dei social network: dotarsi di una marcia in più per arrivare, attraverso la potente rete globale, a molte più persone, in differenti modalità, con maggior efficacia e molto più in là rispetto ai nostri confini. D’altra parte, se troppa carta può diventare spreco, troppo web può diventare alibi rispetto ad un’informazione autentica. Senza nulla togliere al valore della carta stampata è fuor di dubbio che siamo stimolati a perseguire nuovi traguardi: mai bloccarsi in un deleterio arroccamento, né fermarsi impauriti dalla gravità del compito. Stampa e web hanno molto da condividere e allo stesso tempo molto da offrire, insieme - nel territorio e oltre il territorio -, al vasto mondo di lettori e navigatori, anch’essi sempre più coinvolti nell’essenziale opera informativa. (Vincenzo Tosello)

dal numero 15 del 14 aprile 2013

Link: http://www.nuovascintilla.com/index.php?option=com_content&view=article&id=11632:carta-stampata-e-web-&catid=39:editoriale&Itemid=83

Fonte: Nuova Scintilla

L'eredità di Venezia - Le Ville Venete



Il patrimonio tramandato dalla Serenissima Repubblica di Venezia consta di oltre 4300 Ville Venete (censite dall'Istituto Regionale Ville Venete) che rappresentano uno dei più vasti, raffinati e ricchi giacimenti culturali del mondo. Le ritroviamo disseminate in pianura, adagiate sui colli, specchiate lungo i fiumi, ma sempre ben piazzate strategicamente lungo le principali vie commerciali del tempo, dalle sponde del Lago di Garda alle pendici del Carso, dalle Dolomiti all'Adriatico. Sorte a partire dalla fine del XV secolo e poi con continuità fino alla fine del XVIII, inaugurano nei territori una vera e propria rivoluzione culturale e politica; centri propulsori di economia, ultimo lampo di genio amministrativo, sociale e diplomatico della più longeva repubblica della storia, le Ville Venete diventano adesso una tra le più alte espressioni del turismo culturale del Veneto. Sono attualmente 146 le Ville Venete che, in modi diversi, sono in grado di accogliere il turista: le più belle in assoluto, con architetture, arredi originali, opere d'arte, affrescate da grandissimi artisti, ricche di parchi secolari e circondate da campagne feconde, sono circa una cinquantina; le altre, non meno affascinanti, sono quelle attrezzate per la più raffinata e moderna ospitalità alberghiera. Tutte, ciascuna con le proprie peculiarità, oltre ad accogliere il turismo, promuovono incontri culturali ed enogastronomici, eventi teatrali e musicali, matrimoni e sfilate di moda, fiere di nicchia e congressualità. Il connubio tra villa e buona tavola è garantito: i prodotti stagionali, ortaggi, frutta, formaggi, carni, pesci, e naturalmente vini tra i più rinomati al mondo, sono parte integrante della cultura dell'ospitalità in villa, una cultura che riecheggia i fasti delle Ville Venete, quando l'Agricoltura veniva detta “Santa” per la ricchezza che metteva equamente nelle tasche di nobili e contadini, e quando, in decadenza, la vita in Villa era diventata “villeggiatura”, con le sue delizie e i suoi divertimenti. La Regione Veneto guarda alle Ville Venete come ad una grande opportunità di sviluppo turistico. Un patrimonio straordinario tutto da scoprire, chiamato anche “Venezia in Terraferma”. Regione e Associazioni dei proprietari sono oggi impegnati nel lancio delle Ville Venete che vede come primi destinatari il mercato tedesco, anglosassone (UK, USA) e Francese da sempre tra gli amanti e i principali fruitori delle eccellenze turistiche del Veneto; quindi il mercato europeo in genere, quello russo, del Far East (Giappone, India, Cina) e quello sud americano. Dunque nel Veneto, oltre a Venezia e alle Città d’Arte, al lago di Garda, alle spiagge e alle Terme, alle Dolomiti, alla Pedemontana e al Delta del Po, i turisti potranno fruire anche del circuito delle Ville Venete. Un brand nuovo che ritrova quell'antica filosofia di vita che, con la magia del paesaggio veneto, riempiva di stupore e ammirazione intellettuali e letterati di ogni tempo; filosofia di vita appunto, che prese il nome, non a caso, di “Pax Venetiana” e “Civiltà di Villa”. Con il brand “Ville Venete” l’Associazione Ville Venete sta per presentare il Catalogo delle Ville Venete, una raccolta di itinerari turistici che attraversano tutte le Province del nordest italiano, dal Garda all’Isonzo e dalle Dolomiti al Po’, in un percorso artistico, culturale ed eno-gastronomico di Villa in Villa. Il Catalogo è la prima rassegna completa delle Ville Venete aperte al pubblico e delle molteplici attività disponibili per i visitatori che vogliano scoprire questo straordinario patrimonio. Sarà implementato dalle applicazioni che segnaleranno su smarthphone oltre alle Ville anche i punti di interesse sul territorio. Il sito web turistico conterrà anche il calendario degli eventi che si terranno in decine di Ville Venete durante la bella stagione. La stagione di eventi in Villa raggiungerà il suo culmine con il Festival delle Ville Venete, in programma a nelle settimane centrali di settembre: una rassegna che vedrà Dimore aprirsi al pubblico con manifestazioni legate al mondo dell’arte, del cinema e della gastronomia e una fitta serie di incontri e convegni con i massimi esperti dell’architettura, della storia dell’arte, del restauro, del turismo culturale.

Crediti: "Regione del Veneto – Direzione Turismo”
BARBARA BRAGHIN