martedì 29 gennaio 2013

ALTAMODA ALTAROMA CON GIADA CURTI


“Niente al mondo è divino come il profumo delle rose di notte” affermava nei suoi versi il poeta francese Pierre Louÿs. Giada Curti ha colto rose dalle tinte pastello e le ha adagiate delicatamente sulla sua nuova Collezione Primavera/Estate 2013 – intitolata Poème Rose – presentata nella prima giornata di Altaromapresso l’elegante Atelier Curti di Rampa Mignanelli a Roma. Evento blindatissimo per presentare le toilette dalle tinte pastello del cipria, verde acqua, celeste polvere e rosa antico. E tante, tante rose che profumavano tra i capelli e petali di rose sulla lunga passarella che ha attraversato i candidi saloni dell’Atelier a due passi da Piazza di Spagna. Applausi alla couture sofisticata e romantica dedicata a una donna eterea che pare fluttuare in un immaginario giardino fiorito tra petali e versi poetici, con i capelli adorni di bouquet di rose. Pioggia di flash sulla collezione della stilista romana e sui molti volti noti che hanno accolto l’invito di Emilio Sturla Furnò e Raffaella Naddeo. Nelle prime file si potevano riconoscere la vice-presidente di Altaroma Valeria Mangani, Gloria Guida, Linda Batista, Gloria Bellicchi con Giampaolo Morelli, Elisabetta Pellini, Sofia Bruscoli con Marcelo Fuentes, Sandra Cioffi Fedi, Elena Aceto di Capriglia, Dani del Secco d’Aragona, Manuela Maccaroni, Irene Bozzi, l’Ambasciatore d’Austria Christian Berlakovitz, Livio Beshir e il marito della stilista Antonio Curti. Giada Curti ha usato organze di seta stampate, satin e chiffon impreziositi da sovrapposizioni di pizzi rebrodè e chantilly su macramé per costruire armonici volumi e sensuali trasparenze per creazioni dal taglio neoclassico. Decorazioni di perle a pioggia sui décolleté per illuminare il viso e braccia avvolte da maniche a guanto in un’alternanza di tulle e pizzo. Delicati fiocchi per il punto vita; leggere e ampie gonne a ruota per dare eleganza al portamento. Mise come frangranze delicate per esaltare la femminilità, poiché i tessuti degli abiti sono stati apprettati con essenza di rosa. Gran finale con la sposa in delicato taffettà imbevuto di rosa antico. Tulle e pizzi chantilly per creare trasparenze in un trionfo di romanticismo. “Donne come steli su cui poggiare petali” – ha raccontato agli ospiti Giada Curti – “Donne uscite da un dipinto di Elisabeth Vigèe - Le Brun; nobili e semplici, apparentemente fragili, ironiche e civettuole che scelgono colori delicati e fresche fantasie di cespugli di rose su sfondi bianchi e avorio. E l’abito diviene poesia”. Al termine del defilè un coloratissimo cocktail a base di macarons e marshmallows offerti da Ladurée .

BARBARA BRAGHIN

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