mercoledì 1 gennaio 2014

Un cocktail a base pregiate selezioni di cioccolata e cantine laziali per il suggestivo vernissage dell’artista romano Roberto Bosco che ha inaugurato la personale dal titolo “Oltre Confine”


Un cocktail a base pregiate selezioni di cioccolata e cantine laziali per il suggestivo vernissage dell’artista romano Roberto Bosco che ha inaugurato la personale dal titolo “Oltre Confine” – aperta al pubblico dal 22 Dicembre 2013 al 26 Gennaio 2014 - presso il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma L’esposizione, a cura di Tommaso Strinati, presenta, insieme a 6 lavori editi, una settantina di opere inedite, tra cui una ventina di trittici e altri lavori su tela di grandi dimensioni pensati appositamente per lo spazio del Museo, che fanno parte del progetto che porta il nome della mostra - “OLTRE CONFINE” - iniziato dall’artista nel 2012 con le applaudite esposizioni al Today Art Museum a Pechino e alla Georgia Berlin Galerie a Berlino.


“Lo scenario urbano e l’umanità che lo vive” – ha spiegato agli ospiti il curatore – “costituiscono il fil-rouge che lega le opere recenti di Roberto Bosco; è un rapporto difficile, tante volte battuto dall’arte, dal cinema, dalla poesia, dalla musica, dalla letteratura, ed è per questo che cimentarsi con esso è già una sfida in sé, un ripercorrere strade e temi che hanno segnato tanta parte dell’arte del Novecento. Non c’è retorica nelle opere di Bosco, né un citazionismo che sembrerebbe a esse sotteso. L’umanità che incede in città più o meno definite ricorda certo subito la forza del Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, tanto impressionismo francese di fine Ottocento, ma anche tanto cinema neo realista degli anni Sessanta, da Rossellini a De Sica, e le figure sembrano allora confondersi nei tenui e pittorici chiaroscuri in bianco e nero dei maestri della grande fotografia italiana, da Carlo Di Palma a Peppino Rotunno. Bosco si concentra su una silente marea umana che non guarda mai negli occhi lo spettatore, sembra accettare uno stato di resa, di laconica indeterminatezza”. In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo edito dalla Casa Editrice Pandion, in cui sono contenuti , oltre alsaggio del curatore, testi critici di Paolo Levi, Claudio Strinati, Luca Misiano e Wang Duanting.


Il testo raccoglie inoltre un ricco apparato iconografico con immagini delle opere in mostra. Al vernissage hanno partecipato numerosi ospiti chiamati a raccolta da Emilio Sturla Furnò che hanno applaudito l’artista e hanno colto l’occasione per scambiarsi gli auguri per le prossime festività natalizi e hanno apprezzato anche la suggestiva performance di moda nei grandi spazi del padiglione del museo: tre indossatrici hanno interpretato le creazioni ispirate al tricolore del fashion desinger casertano Gianluca Mannara, le pellicce da sera di Roberto Cagnetta e i gioielli dal disegno antico in perle e pietre dure de “L’Imperatore di Capri”. Tra gli oltre trecento ospiti si potevano riconoscere il produttore dell’evento Anselmo Chizoniti, i principi Guglielmo Giovanelli Marconi e Alessio Ferrari Angelo-Comneno, il duca Luigi Catemario di Quadri, la baronessa Cetty Lombardi Satriani, il marchese Giuseppe Ferrajoli, i critici d’arte Francesca Barbi Marinetti e Claudio Strinati, gli onorevoli Sandra Cioffi Fedi, Piero Meloni e Antonio Paris, Linda Batista, Adriana Russo, Beppe Convertini,Anthony Peth, la psicoterapeuta Irene Bozzi, il costumista Francesco Crivellini, Conny Caracciolo, Stefania Giacomini, gli artisti Paola Romano e Giulio Gorga, il flower designer Giancarlo Mastinelli, gli editori Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno, Sabina Cuccaro, gli imprenditori Emilio Miele,Giorgio Mazzone, Carlo Bugherini, la scrittrice Paola Aspri, le cantanti performer Emy Persiani e Alina Chelaru, il regista Alessio Rupalti. “La forza delle opere dell’artista” – ha affermato Tommaso Strinati – “è il senso empatico che esse comunicano, il portare lo spettatore a voler entrare di più nella scena, esattamente come in un film. Pittura e fotografia, intesa quest’ultima nel senso cinematografico, dialogano continuamente nelle opere recenti di Bosco, e ciò determina dei forti scarti cromatici e di luce che definiscono più o meno le figure nella scena e la percezione dello spazio che ne consegue”. La direzione e produzione artistica dell'evento è a cura della SHOW EVENTI di Roma e della Associazione Culturale "OLTRE CONFINE", i cui Art Director sono Leopoldo e Anselmo Chizoniti. Nel corso della mostra anche un angolo per l’arte del ri-uso con le creazioni di Ludovica Cirillo per By Ludo e uno spazio dedicato al sociale, con uno stand informativo delle attività di Telefono Azzurro.


Biografia
Roberto Bosco nasce a Roma l’8 Luglio 1951. Giovanissimo parte per Parigi e inizia, tra tante difficoltà, la sua attività artistica dividendo le sue giornate tra pittura e letteratura. E’ il 1968: la metropoli francese è l’epicentro della contestazione studentesca, simbolo di un periodo pieno di sollecitazioni culturali e politiche. Qui Roberto Bosco muove i suoi primi passi e trascorre le sue giornate immerso nello studio e nell’approfondimento delle diverse tecniche compositive. Tornato in Italia collabora, come autore radiofonico, con la RAI per la quale scrive, nell’arco di venti anni, decine di radiodrammi, curandone, talvolta, la regia. Negli anni Settanta i suoi quadri vengono esposti con successo a Londra e a Parigi, mentre alcuni mercanti li acquistano per proporli a diverse gallerie del mondo.Negli anni Ottanta e Novanta soggiorna diverse volte a Parigi trovando un punto di riferimento nella galleria Man Art che vende le sue opere soprattutto ad americani e giapponesi. Sebbene la pittura figurativa è messa in ombra dall’arte astratta e concettuale del periodo, Roberto Bosco continua la sua ricerca sul colore e sulle forme di ascendenza classica, rielaborando moduli espressivi e formali che raccontino la complessità umana e storica della fine del ventesimo secolo. L’incontro con Leopoldo Chizoniti produce una serie di occasioni espositive culminate nel progetto “OLTRE CONFINE“, che prevede tre mostre: alToday Art Museum di Pechino (2012), alla Georgia Berlin Galerie di Berlino (2013) e, prossimamente, al Brooklyn Museum di New York (2014).

BARBARA BRAGHIN

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