martedì 18 dicembre 2012
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giovedì 17 maggio 2012
NAYRA LAISE FASHION-COCKTAIL PER PRESENTARE LA PRIMA COLLEZIONE DI ALTA MODA

Mai troppo lungo, mai troppo corto. Il bon ton che “fa tipo” quello proposto nella collezione Primavera/Estate 2012 della giovanissima Nayra Laise che ha presentato a Roma le sue trenta creazioni ispirate in parte alle figure di Pompea e Calpurnia – le donne più eleganti dell’epoca di Giulio Cesare – e in parte alle dive del cinema americano Ava Gardner e Ingrid Bergman. La giovanissima stilista brasiliana, naturalizzata italiana, ha scelto gli eleganti spazi total white del The First Hotel di Via del Vantaggio 14 - il modernissimo art-hotel cinque stelle a due passi da Piazza del Popolo - per invitare al un suggestivo e blindatissimo fashion-cocktail ideato dal press agent Emilio Sturla Furnò un parterre tutto al femminile appartenente al mondo della cultura, dello spettacolo, dell’imprenditoria, della politica e del giornalismo.
Una presentazione molto apprezzata dalla vice presidente di AltaRoma Valeria Mangani e dalla conduttrice di Nonsolomoda su Canale 5 Samya Abbary che hanno voluto indossare per l’occasione un abito della collezione della stilista che apre il suo atelier romano nella centralissima Via di Ripetta al numero 142, di fronte all’Ara Pacis.
Hanno applaudito le linee morbide e i tessuti preziosissimi: Rosanna Cancellieri, Monica Setta, la direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva, Anadela Serra Visconti, Elisabetta Pellini, Maria Grazia Nazzari, Sandra Cioffi Fedi, Elena Bonelli, Adriana Russo, le psicoterapeute Mariolina Palumbo e Irene Bozzi, Stefania Giacomini, Grazia Matteoni, Alessandra Oddi Baglioni, Cetti Lombardi Satriani, Lia Catalano, Lorena Angelucci, Silvana Augero Laura Terranova, Edith Arbib Arnav, Francesca Barbi Marinetti, Elena Russo, Maria Monsè.
Selezione internazionale di musica dal vivo eseguita da Giancarlo Pes per dare ritmo ai passi delle modelle e accompagnare il cocktail a base di prosecco, fruit punch analcolico, bruschettine con terrina di pollo e pistacchi tostati e una ricca selezione di canapè a base di marmellata di frutti di bosco, auricchio e mandorla salata, uova di salmone e glassa di limone, caprino e gherigli di noce. E, per tutte, un piccolo omaggio di Estée Lauder una visita alla terrazza con panorama mozzafiato sulla città assieme al direttore dell’hotel Giuseppe Falconieri.
Scollature contenute e colletti in seta con dettagli in pizzo e ricami, gonne pieghettate a raggiera e drappeggi che richiamano scanalature e fregi delle architetture dell’antica Roma. Macramè e pizzi vintage tinti in laboratorio che si abbinano a chiffon, seta, tulle, mikado, nelle gradazioni pastello del celeste, del verde menta, del grigio tortora, dell’avorio e del rosa cipria. Boleri e giacche in a nuance completano gli abiti tubino il cui punto vita è sottolineato da cinture a fiocco.
“Ogni ora del giorno vuole la mise adeguata” - ha affermato Nayra Laise ai giornalisti – “Per questa collezione ho proposto colori neutri per il giorno, nero e riflessi color perla per la sera che si fa splendente grazie motivi floreali e incrostazioni in perle vere e swarovski su spalle e scollature. Ogni mise è arricchita da borse-gioiello in tinta impreziosite dagli stessi intarsi di perle e cristalli preziosi, così come le cinture e i bracciali. I tessuti sono prodotti in Italia e vengono combinati, in molti casi, con pizzi pregiati, in particolare il valencienne. L’alta moda è un perfetto equilibrio tra idee creative, volumi e materiali preziosi. L’abito è il risultato di questa combinazione di elementi. Deve essere elegante, ricco, ma anche portabile".
Per questa collezione Nayra Laise ha scelto il make up di Carla Belloni, le scarpe gioiello di Max Clan, la tecno-silver collection di byLudo, Estée Lauder, Antonio Maria Arbues. Media partner Woman & Bride.
BARBARA BRAGHIN
martedì 15 maggio 2012
Intervista allo Stilista Franco Ciambella

1 – Franco Ciambella. Stilista… da sempre? La tua creatività rivolta alla moda l’hai scoperta fin da bambino oppure volevi pare altro?
“La moda è sempre stato tutto per me, è una somma di quello che volevo e voglio tutt’ora esprimere e poi non dimentichiamo che sono cresciuto tra tessuti colorati, pizzi francesi e abiti
cuciti a mano grazie alla sartoria di mia madre e mia zia. Ricordo perfettamente l’amore e la dedizione che mettevano nel confezionare abiti. Non c’era orario. Una dedizione che superava anche la fatica. Sfogliandole le sognanti riviste di moda che circolavano tra rocchetti di filo e forbici, mi si aprivano mondi fatti di bellezza. Figure che diventavano un po’ farfalle ai
miei occhi di bambino.”
2 – Raccontaci i primi momenti dopo avere fatto lo IED di Roma…
“Sono passato da un’azienda familiare dove tutto si svolgeva in casa, a contesti decisamente più
organizzati. Insomma era iniziata la mia gavetta professionale all’interno dei più importanti atelier dell’alta moda italiana: Gattinoni, Capucci, Sarli e Lancetti. Sono stati anni fondamentali per me, in cui sono cresciuto come uomo e come professionista. Avere la possibilità di apprendere da maestri di quel calibro, non è cosa di tutti i giorni.”
3 – Oggi, a distanza di 20 anni dal tuo esordio come vedi il mondo della moda in Italia?
“Io credo che la moda e il “Made in Italy” possano fare ancora molto perché noi italiani abbiamo tutte le qualità per affermare un nostro modo di essere, trasferendo nei prodotti che
creiamo anche un certo saper vivere. Nostra è la creatività e il saper fare. Allora se riuscissimo attraverso un’organizzazione del sistema moda ad esprimere la nostra creatività facendo in modo che i nostri prodotti possano essere acquistati dagli altri mercati in modo meno “faticoso”, un rilancio lo potremmo avere. E’ pur vero che quando si acquista un capo di alto artigianato
come il mio, un certo prezzo è giustificato, tuttavia anche io oggi faccio i conti con quello che è il potere d’acquisto del mercato italiano e internazionale. Secondo me il Sistema Moda Italia dovrebbe investire maggiormente sulla creatività dando maggiori contenuti e valore etico alle proposte.”
4 – Nel 1994 presenti la tua prima collezione haute couture sulle passerelle di Roma Alta Moda. In quanto tempo ti sei preparato per questo grande momento e come lavoravi dietro le
quinte con le modelle prima delle uscite?
“La prima collezione presentata nel luglio del 1994 è stata una delle esperienze più importanti della mia vita. Sfilai nel cuore della Couture capitolina presso lo storico atelier di “Albertina” a Trinità dei Monti sostenuto dal mio mentore Chino Bert. Presentai le mie creazioni color oro e avorio purissimo ispirate alla figura dell’Angelo alla sola stampa di settore. Avevo solo sei modelle e tra loro una futura Miss Italia (Tanya Zamparo) che seguii personalmente durante i cambi e prima dell’uscita affinché fossero perfette. L’emozione che provai fu grandissima e
le giornaliste che presenziarono furono tutte entusiaste del mio lavoro. Devo ammettere di essere stato amato fin da allora dalla stampa, che recensì la mia presentazione come una delle migliori di quella settimana dell’alta moda.”
5 – Nelle varie sfilate che hai fatto, anche a livello internazionale, cosa hai imparato e ricordi con piacere, cosa invece vorresti scordare…
“Ho dei ricordi bellissimi delle presentazioni all’estero. In Venezuela durante la “Caracas Fashion Week” sono stato invitato come guest italiano insieme a Renato Balestra e la stampa restò incantata dalla mia presentazione, tanto da dedicarmi l’intera pagina moda. In Lituania a “Mados Infecjia” ho tenuto una conferenza dedicata ai futuri stilisti prima della mia sfilata: sono
rimasto molto colpito dall’attenzione e dalla partecipazione che i ragazzi hanno posto nei miei confronti, la loro passione e vitalità per una materia così articolata. A Cattaro, in Montenegro, al termine della mia sfilata, un artista locale mi si presentò in lacrime per comunicarmi quante emozioni i miei abiti avevano suscitato nel suo animo sensibile. Nulla può ripagare esperienze
di questo tipo.”
6 – Se non facevi lo stilista, cosa avresti fatto nella vita?
“La mia passione per la moda è tale che proprio non credo avrei potuto fare altro nella vita”.
7 – Se tu fossi nato in un altro momento storico, quale sceglieresti?
“Forse un periodo storico al quale mi ispiro, sono gli anni Cinquanta. Certamente un decennio di cambiamenti importanti e di icone femminili di prima grandezza su tutte: Audrey Hepburn,
Marylin Monroe e Sophia Loren.”
8 – Hai un mito? Chi è?
“La Donna sinonimo di forza e fragilità allo stesso tempo. Lo sfaccettato universo femminile ispira, infatti, la mia moda, universo per il quale manipolo e modulo i tessuti che mutano da georgette a pelli morbidissime, da organze plissé a piume. Proprio come la donna che, attraverso gli abiti, muta la sua figura, raccontando la propria identità plurale di madre, moglie, amante e molto di più. La mia moda è stata sempre ispirata da temi che riguardano la natura umana, mi piace l’idea di raccontare la femminilità come espressione di romanticismo, fatta di
luci e ricca di ombre sono affascinato dall’idea del doppio che ognuno ha dentro di sé. Amo pensare a una donna che ci intenerisce col suo aspetto angelico e allo stesso tempo può farci impazzire, rivelando un lato più seducente e oscuro”.
9 – Che nei pensi dell’era digitale?
“Ritengo sia una grande opportunità per tutti noi, il poter informarsi costantemente in maniera
indipendente e immediata, essere connessi al mondo per mezzo del web, l’immediatezza
del mezzo e la forza che produce. Abbiamo indubbiamente infinite possibilità di comunicazione, basti pensare ai social network e al web 2.0. Possiamo anche dire che assistiamo ogni giorno alla semplificazione dei metodi conoscitivi, ma bisogna prestare anche attenzione alla facilità della duplicazione della vita in campo virtuale e, quindi, possibili problematiche legate alla perdita
d'aderenza alla realtà.”
10 – Sei romantico?
“Si, recentemente una giornalista ha titolato “L’indomito sognatore” per definirmi e la cosa mi piace. Fin da bambino ho sempre avuto una folle voglia di sognare e tuttora non smetto di
essere un idealista che cerca di fare al meglio il proprio lavoro concretizzando i desideri di chi si rivolge a me.”
11 – Collezioni sposa… con tessuti leggeri e sovrapposti, materiali sperimentali… è facile vestire una sposa e quali sono le maggiori richieste che hai?
“L’unicità è senza dubbio la richiesta che accomuna chi si rivolge a me. L’abito deve essere della sposa, mai il mio. Le collezioni che disegno sono dimostrazioni del mio modo di sentire, ma per me l’abito da sposa è un progetto che dura, che accompagna la donna e non solo la sposa. Il vestito per il gran giorno è la meravigliosa estensione estetica di chi lo indossa, che non è mai una cliente, ma una persona. Le mie creazioni sono certamente romantiche e all’interno di esse
convive il sogno, la parte onirica, con un pizzico di incubo. Perché per apprezzare la luce bisogna anche conoscere il buio.”
12 – La vita si sta allungando di molto. Chi sarà e cosa farà Franco Ciambella quando avrà 100 anni?
“Chi vivrà, vedrà o, per citare Battisti, lo scopriremo solo vivendo”.
13 – Un sogno nel cassetto…
“In realtà mi piacerebbe confermare il percorso fatto fino ad oggi ed essere riconosciuto per quello che ho sempre creduto, un mio desiderio è che sempre più persone conoscano lo
spirito e l’anima di Franco Ciambella.”
